sabato 31 gennaio 2009

Permanenze

Circa 12 giorni alla fine ufficiosa di una permanenza che, esclusi un pò di giorni che mi hanno visto sul suolo natio, dura dal 22 di settembre, come ho già detto di cose ne ho imparate, e tante altre ne ho dimenticate, una fra tutte il corretto uso della lingua italiana.

Devo dire che la cosa che ha caratterizzato di più questo soggiorno è stata la costante e dura lontanaza dalla persona che avrei voluto più vicina, che non avrei voluto lontana nemmeno per un secondo ma che secondo esatti calcoli matematici (per uno strano motivo in questo periodo ho anche riabilitato la matematica, e anche excel), che mi hanno tenuto occupato almeno 10 minuti i giorni lontani più di 1500km da lei saranno 104 (probabilmente ho sbagliato di qualche giorno), in questo momento i giorni sono 93, più o meno boh.

E' una delle cose più banali che la gente dice, ti accorgi delle persone a cui veramente tieni proprio quando le hai lontane.

E secondo me, anche se è banale è una fottutissima verità, cazzo quanto è vera, un sacchissimo.

Me ne sono accorto dalla prima settimana che ero qui, una delle settimane più dure, in giro, sperso per Madrid, a cercare casa con una compagna di classe che grazie a dio sapeva parlare una lingua che è infida, perchè pensi di saperla senza mai averla studiata, ma invece non la sai e ti attacchi.

Ovviamente lei mi è mancata già prima di doverla lasciare, la sola idea di partire mi stava facendo andare per traverso il simpaticissimo pasto del McDonald (lasciando perdere la scena al momento dell'imbarco).

Poi sono stati gli amici a mancarmi, quelli con cui parli, non quelli con cui ti sbronzi il sabato sera, cioè ti sbronzi anche con gli amici con cui parli, ma con loro parli anche, con gli altri ti sbronzi solo.

Gli unici che mi hanno mandato cartoline, orribili cartoline, forse col proposito di ricordarmi cosa mi aspetta al ritorno, probabilmente cercherò nella mia vita di evitare di passare da Trinità (CN).

Comunque, che alla fine gli amici con cui ti sbronzi li trovi nel giro di 5 minuti, quindi, non ne senti troppo la mancanza.

Subito dopo ho cominciato a sentire la necessità della famiglia, ovvio.

Anche se a dire il vero, penso che al mio ritorno rimpiangerò la loro lontananza ogni tanto.

La cosa divertente è accorgersi delle persone a cui hai fatto tranquillamente a meno.

Persone che abitano nel tuo stesso minuscolo paese ma in 24 giorni di permanenza a Natale finisci per non vedere e non ci pensano proprio a dire qualcosa, farsi sertire, loro.

Persone che nemmeno sanno dove sei partito, che sei partito, dove sei attualmente, ma ti cercano solo se hanno bisogno di qualcosa, e quando non riesi ad accontentarli, perchè sei a 1500km, sia accorgono che sei a 1500km.

Persone che riescono solo a chiederti: "C'è figa a Madrid?"

A cui rispondo sempre, "Non lo so, io penso solo alla mia morosa."

Certa gente ancora convinta che sia io una volta tornato che debba andare a salutare.

Ma io non faccio nessun tour promozionale, nessun giro di saluti, sono fatto così, poco adatto ai convenevoli, non vado a cercare le persone a volte, non per cattiveria, ma perchè sono fatto così.

Sono riuscito a passare 2 settimane senza vedere mia nonna che abita nel mio stesso cortile.

Non voglio che nessuno di quelli che non mi ha praticamente cagato in 3 mesi si lamenti del fatto che non mi sono fatto sentire, avevano solo da fare una telefonata, una mail, un sms, un fischio ecc...Loro non io.

Morale della favola, io voglio bene a tutti, amo le persone, cerco di non arrabbiarmi mai, sono molto vivi e lascia vivere, per cui non voglio male a nessuno ecc..., però ora so benissimo quali sono le persone di cui posso fare a meno per vivere felice :-).

Sto meditando di fare un audilibro, un video, una presentazione Power Point, perchè
1 Non avrò voglia di raccontare 300 volte le stesse cose nel giro di pochi giorni
2 Molte cose tendo a dimenticarle.

Ci penserò...

venerdì 30 gennaio 2009

Il soggetto Erasmus

Ho imparato diverse cose qui in Spagna, diverse vuol dire più di una, ho fato l'Erasmus, quindi sono a tutti gli effetti un ottimo cittadino europeo.

Ed è proprio il programma erasmus che sta formando gli studenti europei, una cosa molto comune in tutte le università.

Fino a quando ero a Torino lo studente Erasmus nella mia mente era quello con cui facevo amicizia, verso le ore 5, alla discoteca chalet di Torino, il giovedì sera, alla serata Cutre, dopo 10 euro spesi in alcolici.

Per chiunque non sia mai stato al cutre, non mi sento di consigliarne la visita, devo dire che, non sembra, ma 10 euro spesi in alcolici è veramente tanto, non come a una famosa discoteca di Cavallermaggiore in cui con 10 euro ti ci compri UNA consumazione, tantopiù che io bevo solo birra, e i prezzi sono 2 euro una birra media, 3 euro un cocktail; il succo del discorso è che 10 euro di alcolici sono tanti, e ti ubriacano.

Comunque, quando sono ubriaco tendo sempre a diventare l'amico di tutti, saluto, parlo, offro un sorso della mia bibita, sono un gran compagnone, lo sono anche gli erasmus solitamente, e quindi prima che albeggi 2 chiacchere con questi figuri particolari le facevo sempre.

Ora, nella mia testa gli erasmus erano i ciucchi delle 5 e 30 del mattino al cutre.

Devo dire che quest'idea sostanzialmente non è per nulla sbagliata, dato che penso che la quasi totalità dei locali torinesi propone una volta a settimana una serata erasmus, quindi vuol dire che c'è mercato per questi giovani alcolizzati europei.

Anche se le serate erasmus attirano un buon numero di maschieti italiani convinti di trovarci le belle stangone svedesi, finlandesi o nordiche, e non è così poichè ci trovano invece molti maschietti erasmus in cerca delle nostrane di più bella fattura.

Anche qui a Madrid c'è un'altissima percentuale di locali con serate erasmus, questo fa pensare che nel futuro, tra 20 o 25 anni ci sarà una generazione di ex erasmus con la cirrosi, e verrà destinato un fondo della comunità europea per la cura di questi quarantenni ex-festaioli.

Ecco perchè io stesso penso di non potermi avvalere della qualifica di studente erasmus, data la mia bassa percentuale di serate etiliche, 2 in circa sei mesi, una media troppo bassa per poter far richiesta in futuro di invalidità da soggiorno erasmus.

Però ho potuto vedere grazie alla mia assidua frequenza alle lezioni, che non presentavano orari proibitivi, come si muove, come deve muoversi uno studente erasmus nel su secondo habitat naturale l'università.

Lo studente erasmus cerca agganci di ogni tipo, a inizio soggiorno è disperato perchè solitamente parte senza sapere la lingua del paese in cui è andato, convinto che l'inglese basta e avanza, e a meno che non sia andato in Inghilterra, si ritrova a non capire quasi un cazzo.

Fortunatamente non tutti gli istinti primordiali nell'uomo svaniscono, ed è così che gli erasmus rinobilitano il linguaggio gestuale e i soavi suoni gutturali.

Come dicevo all'inizio dei corsi cerca agganci di ogni tipo, preoccupato dalla difficoltà linguistica, cerca, a gesti, di fare amicizia con tutti, ma sarà fatale il non ricordare i settecentocinquanta nomi delle persone con cui ha tentato di parlare e che a quel punto cominceranno a snobbarlo.

Una volta trovata una sistemazione la preoccupazione svanisce, perchè iniziano l'ebrezza alcolica.

La preoccupazione risale in periodo esami, con la sobrietà momentanea.

Riscende subito dopo il primo esame, anche se fatto con i piedi, infatti l'erasmus non viene mai bocciato dai professori locali, convinti che promuovere uno studente di cui di sicuro non dovranno mai rendere conto sia una cosa giusta, e in fondo lo è.

Quindi sostanzialmente la mia idea di alcolizzati al cutre non era per nulla sbagliata.

martedì 27 gennaio 2009

Le cose che mi lasciano stupito...

Una volta da qualche parte ho letto che un saggio deve stupirsi sempre, di ogni cosa.

Ecco da piccolo interpretavo questa frase come, uno che si stupiva di tutto, cioè ma proprio di ogni cosa, da quando si svegliava tutto, tipo a letto uhh un cuscino e si stupiva, uhh ho le mani e si stupiva, uhhh la finestra e si stupiva e avanti così...

Una vita d'inferno, altro che saggio, uno squilibrato, anche perchè nella definizione di tutto rientra, ovviamente, tutto, il che è un pò troppo, un casino.

Alla luce di ciò sono arrivato alla conclusione che la frase intendeva di non dare nulla per scontato, cioè stupirsi sempre.

E ci sono cose quindi che mi lasciano stupito, o meglio, che mi stupiscono, ci sono cose che mi stupiscono.

Come certe donne che fanno del metericio la loro ragione di vita.

Ce ne sono veramente tante, però ho scoperto che odio questo tipo di persone.

Donne che se almeno fossero coerenti si farebbero pagare, ma preferiscono coltivarlo come hobby, il meretricio agonistico, penso ci siamo veri e propri campionati.

Mi stupiscono anche le scale mobili rotte, ovvero, mi stupivano di più fino a ieri.

Qui a Madrid ho visto la più alta percentuale al mondo di scale mobili rotte, e per 2 giorni consecutivi, una scala mobile, la stessa (scala mobile) si è fermata.

E per un pò di giorni, e in parte ancora ora, ho pensato come diavolo erano sempre rotte le scale mobili, essendo un meccanismo relativamente semplice, e non modificabile da nessuno, cioè la gente può solo salirci, mica manometterle.

Quindi ho pensato a una congiura del personale che ha le chiavi delle scale mobili.

Odiano le persone quindi fermano le scale per farle camminare le persone.

Poi invece ho visto il momento in cui riparavano la scala mobile.

Cioè un tombino aperto, profondissimo, da cui avevano tolto un mega motore, e quindi ho capito che quei motori si possono anche fermare, o danneggiare.

Ho anche capito che in Spagna spesso le cose si fanno a cazzo, solo un nastro a separare il mega tombino e il mega motore posati lì a caso alla fine della scala.

Indicherò successivamente altre cose che mi stupiscono.

venerdì 23 gennaio 2009

Ultimi giorni

Avevo già in mente un articolo da postare, sull'ultimo giorno di scuola, avevo già quasi in mente cosa dire, perchè immaginavo già, invece.

Ne ho vissuti tanti di ultimi giorni, tanti, più di uno, abbastanza diciamo.

Sono finora stati molto belli, carico di nostalgia e felicità.

Ultimo giorno di set, durissimo al limite della commozione, ultimi giorni di diversi lavori, felice come una pasqua, con la musica sparata, in capo al mondo.

L'ultimo giorno di scuola, sempre speciale, felicità tra fine svegliarsi presto e inizio vacanza, il poter guardae indietro e vedere già un pò di strada fatta, con soddisfazione per il bello e il cattivo tempo che uno ha passato.

C'è anche sempre quel pò di tristezza, che uno pensa ai compagni o alle persone che forse non rivedrà più o rivedrà molto raramente.

Oggi no, è stato tutto diverso, un giorno come gli altri, mi hanno rubato perfino l'ultimo giorno di scuola.

Prima di tutto non c'era nessuno, tra professori o compagni, che avrei proprio voluto salutare, no anzi, quindi niente mini dispiacere.

Secondo mi sembra di non aver mai iniziato, mi guardo indierto e vedo solo giorni passati.

Ho pagato un prezzo.

Penso di aver pagato il prezzo per le cose che ho imparato.

Costa caro imparare, e io ho anche imparato un sacco, e ho pagato forse di più, si, di certo.

Ho imparato cose fantastiche, pagandole.

giovedì 22 gennaio 2009

Notizie dal mondo

Si inizia prima dal titolo o si va avanti e poi si mette alla fine.

-Bella domanda!

Che caldo che fa qua.

Allora, ieri è stato l'Obama day, ora è presidente, e io non ho visto la diretta perchè mi sono dimenticato e perchè stavo sistemando il pc, e pensavo.

Madò quanto è buono Obama, l'uomo giusto al momento giusto, cioè non ha fatto nulla di sbagliato fino ad ora, non ha neanche bestemmiato sul giuramento!

Come fa ad essere così buono, nasconde qualcosa, cioè sembra un film...

Ah Braccobaldo...

E pensavo per fino, che se un giorno dovesso fare una pellicola sui neri in america inizierebbe quando a qualcuno è venuto in mente di portarne un bel numero su una nave e farli da schiavi, poi sequenza piantagioni di cotone, poi botte negli anni '60 e avanti così... ecc... e finirebbe inevitabilmente con la scena di Obama che giura sulla bibbia e l'altro che gli dice, lei è presidente, e la folla immensa che urla HHEHHEHEHEHEHEHEHEHE!!!!!!!!!

Poi lui si avvicina al palco, zittisce tutti, prova il microfono e dice:

-In questi tempi difficili, la parola d'ordine è sempre la stessa....VIULEEEEENZAAA!!!!

Fantastico.

Per 3 dei 4 lettori (il quarto sono io) che non avessero colto la piccola citazione:

http://www.youtube.com/watch?v=UmyIg0109_0&feature=related

A parte questo.

Ho passato 2 giorni a sistemare il pc, per colpa di Guglielmo Cancelli e del suo "finestre", eliminatelo e passate a Linux.

Per il resto grandi cose hanno da capità, l'Italia manca, sempre, dal primo giorno che sono qui.

Ho fatto un altro sorprendente Guion, "Maldito regreso" su uno che torna.

Mi piace scrivere Guion.

sabato 17 gennaio 2009

La soddisfazione

Sono uscito stasera e tornato ora,io e coinquilini siamo andati in un pub, vuoto, potevamo scegliere la musica.

Io ho chiesto al barista del rock, pesante, ho visto DIO e l'ho fatto mettere.

La soddisfazione è stata che io cantavo e gli altri erano impietriti.

Ciò vuol dire che il rock funziona.

Tra l'altro, Israele è una persona, ne sono quasi sicuro;sulla stampa c'è scritto: Annozero Fini attacca Santoro Israele "Spettacolo vergognoso" o Israele è pronto a firmare una tregua.

In centro Madrid c'era gente che cel'aveva con Israele, e urlava contro un palazzo, in cui quasi sicuramente c'era Israele, magari ospite di uno degli assessori del comune di Madrid.

Israele è una persona.

venerdì 16 gennaio 2009

Ma quanto sono figo!

Scommetto che nessuno di voi, chiunque siate, non abbia mai scritto una specie di saggio su che lingua ha cominciato a parlare il cinema italiano, in Spagnolo!
E comuque se l'ha fatto non l'ha fatto a cazzo come me.
Certe cose mi sembrano veramente assurde, sopratutto il parlare immaginando di parlare a molti lettori, dato che al massimo saranno 2 o 3, compreso me.

giovedì 15 gennaio 2009

Sogni inquietanti

Ci sono delle volte che mi ricordo i sogni che faccio la notte.

A molte persone capita.

A me capita di fare sogni decisamente, stupidi, idioti quando li racconto qualcuno ride, quando ci sono dentro mi capita di rimanere perplesso.

La mia mente fa un bel mistone di ricordi, vissuto del giorno, cose a caso e tanta tanta stupidità.

Quello di questa notte me lo ricordo abbastanza decisamente molto idiota.

Ero tipo al di fuori di un bar, ed era un buio, era tipo un bar di quelli americani in mezzo al deserto un western, seduto fuori nel dehor, dove di solito c'è la pompa di benzina, li non c'era.

Comunque, chiacchieravo tranquillo con qualcuno in questo baretto molto EastCoast, quando qualcuno mi ha detto che c'era qualcuno che mi voleva ammazzare, e lì mi sono sentito un attimo inquietato, non quando poi girandomi ho visto chi mi voleva ammazzare, un Unicorno!

E mi ricordo con certezza di aver pensato:
"Ma allora esistono!"

Ecco tutto questo, ma soprattutto il mio primo pensiero alla vista dell'unicorno, dimostra il grado di stupidità nel quale la mia mente sguazza di notte.

Almeno l'unicorno non era il classico stereotipo di unicorno, bianco e fatato, ma era decisamente brutto, scurissimo e con gli occhi storti, uno schifo, e aveva anche un amico unicorno più piccolo ma altrettanto brutto, che fungeva da scagnozzo.

Il sogno comunque continua, infatti l'unicorno voleva proprio ammazzarmi, tanto che comincia a spararmi, e io scappo in questo bar o saloon, evitando i colpi, il tutto diventa molto guerra metropolitana.

Scappo per le stanze del bar e evito i colpi, proprio come la scena di un film, criminopoliziesco, e alla fine mi ritrovo in una stanza strana.

Qui qualcuno mio alleato mi fa scegliere l'arma per combattere questo cattivissimo unicorno e ovviamente scelgo una mega pistola, tanto che il mio alleato mi dice che forse è troppo grossa, è pericolosa, fottendomente vado avanti.

A questo punto mi trovo in un palazzo alto, alla finestra, finestra che da su un tetto di un condominio, il set dell'annunciata resa dei conti tra me e sto cazzo di unicorno.

Infatti di li a poco mi affaccio e vedo unicorno, socio e qualcos'altro su quel tetto.

Comincio a sparare; peccato che i colpi che sparava il pistolone facevano cagare, venivano deviati dall'aria e non arrivavano neanche a destinazione, peggio delle pistole giocattolo che sparano i colpi con ventosa da leccare in modo che si attacchino alle cose.

Continuo a sparare e evitare i colpi ma nulla finché nell'aria, tra me e loro (i nemici), non compare una boccia di vetro e con sommo ingegno decido di sparare a loro attraverso la boccia.

Tutto questo fa si che i vetri partano con i colpi e colpiscano i miei nemici che muoiono e si trasformano in cose stranissime, tipo sfere di acqua con dentro un pesce o altre cose che non ricordo, ma l'importante è che io ho vinto!

Dopo ciò compare una suora uomo che ha assistito a tutto e si indigna per la violenza chiedendomi spiegazioni, alchè con fare grandioso sparo una frasona sul momento (frasona per la mia mente in quel momento, ero convinto di aver tirato fuori una perla di saggezza), infatti le\gli dico: "Quando uno viene attaccato l'unica cosa che deve fare è difendersi", e la ripeto più di una volta; frase che nella mia mente rispondeva al suo spirito del porgi l'altra guancia o lascia correre.

Fine (mi pare) di questo sogno.

E questo è solo uno dei miei sogni stupidi.

Morale della storia, non fidatevi troppo degli unicorni, che di fatto esistono e quando vi incontreranno cercheranno di uccidervi.

Tanto per cominciare.

Deve esserci un inizio.

Ieri.

Ho passato dalle 14-16 alle 00.30 a tradurre, dal'italiano allo spagnolo, un Guion (Sceneggiatura).

Prisoneros del museo, che racconta di due tizi che a causa di un incidente si trovano intrappolati in un palazzo (il museo "Reina Sofia"), notoriamente infestato da ogni creatura, e non sanno più come uscirne, faranno strani incontri.

Questo ci sarebbe scritto su una eventuale videocassetta.

Fortunatamente questa sceneggiatura non vedrà mai la luce, ma il cassetto del professore, questo cortometraggio, poco commedia e molto spagnolo.

"Quali sono stati i tuoi modelli per scriverla?"

Mi chiederete...

"Boldi, De Sica e i peggiori Vanzina" Che a detta dell'ultimo libro che ho letto sono responsabili di omicidio nei confronti dei pallidi rimasugli della commedia all'italiana.

Perché vi rendo partecipi di tutto ciò, perché sentivo assolutamente il bisogno di rendere partecipe più gente possibile delle mie 10 ore di traduzione selvaggia, per 8 misere pagine, una faticaccia immonda, per un fiasco annunciato, e tanto per gradire, era ieri sera, tra l'1 e le 2 che tentavo di scrivere questo post, ma il suddetto sistema ha rilevato un "Errore del server".

E' per questo che mi sono messo ora a scrivere, anche se ora devo correre a lezione (di fotografia).

Ok come primo post mi sembra che non abbia nulla di interessante, e come si dice, chi ben comincia...

Smetto, vado e tornerò.

"Prisoneros del Museo, en los peores cine de la peninsula iberica"

"Prigionieri del Museo, a noi in questa penisola ci piace"

Gli eventuali errori sono da considerarsi licenza poetica.

Devo anche rendervi partecipi del mio assurdo sogno.